1) Il progetto “Silver Rainbow” di Arcigay
– Profilo della ricerca sociale “Gli anni che passano”
2) 9 fotogrammi per un film
– Essere in una relazione di coppia
– Vivere da soli
– Avere figli
– Essere visibili come persone LGBTQI
– La soddisfazione per la propria vita
– Il giudizio sulla propria salute fisica e psicologica
– La depressione
– La discriminazione
– La preoccupazione di invecchiare
3) Conclusioni e prospettive
A fine novembre 2018, scrivendo di terza e quarta età LGBTQI su questo blog, sottolineavo l’importanza di distinguere tra percezione soggettiva e realtà oggettiva:
– E’ vero che gli anziani LGBTQI soffrono di solitudine involontaria?
– Tutti quanti nella stessa misura? […]
– Fino a che punto questa è una specificità LGBTQI, oppure si tratta di tratto condiviso da tutti gli anziani? […] Possiamo sviluppare delle ipotesi ragionevoli […] ma mancano le evidenze […] non abbiamo una risposta univoca a questi interrogativi. […]
Il punto è che non lo sappiamo.
Rispetto ad allora, la situazione oggi è in parte migliorata.
Perché nel frattempo è stata realizzata una specifica ricerca sociale, di cui sono stato il responsabile scientifico, intitolata “Gli anni che passano. Sondaggio sull’invecchiare“ (questo sito web contiene i report completi e tutti i riferimenti utili).
Questo post ne presenta e discute i principali risultati, sintetizzati in 9 fotogrammi.
1)
IL PROGETTO “SILVER RAINBOW” DI ARCIGAY
L’indagine “Gli anni che passano. Sondaggio sull’invecchiare” è stata promossa da Arcigay Associazione LGBTI italiana, in collaborazione con Arci Pesca FISA.
E’ stata realizzata nell’ambito del progetto “Silver Rainbow“, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
L’oggetto di “Silver Rainbow” è molto ampio e va oltre gli obiettivi di “Gli anni che passano“, come conferma il suo sotto-titolo: “Azioni multilivello per l’invecchiamento positivo della popolazione anziana LGBTI, il contrasto alle solitudini involontarie, il dialogo intergenerazionale e la promozione dell’accoglienza e della visibilità in contesti non LGBTI.”
>> Profilo della ricerca sociale “Gli anni che passano“
Si è trattato di un sondaggio:
- Rivolto a tutta la popolazione – di ogni generazione (giovani, adulti e anziani) e sessualità (sotto-popolazione eterosessuale e sotto-popolazione LGBTQI – Lesbiche, Gay, Bisex, Trans, Queer, Intersex). Non si è pertanto occupato soltanto delle condizioni di vita, delle percezioni, dei comportamenti e delle opinioni delle persone di terza e quarta età, ma ha indagato anche su come l’invecchiamento venga percepito e vissuto dalle persone più giovani. L’indagine permette inoltre di fare delle comparazioni: di tipo verticale, cioè tra le diverse generazioni, e di tipo orizzontale, tra persone LGBTQI e persone eterosessuali della stessa età; consente, in altre parole, di rilevare se gli anziani LGBTQI sono significativamente diversi e specifici rispetto ai giovani LGBTQI, da un lato, e se gli anziani LGBTQI sono significativamente diversi e e specifici rispetto agli anziani eterosessuali, dall’altro
- Realizzato tramite un breve questionario anonimo on-line, composto da domande soprattutto chiuse (‘a crocette’), analizzabili in modo statistico
- Con un campione di convenienza (2.975 questionari validati) e non strettamente rappresentativo; è quindi necessaria una certa cautela nel generalizzare i risultati dello studio
“Gli anni che passano” è la ricerca sociale più grande finora realizzata in Italia su questi temi: nessun altro studio, infatti, ha raccolto così tanti casi tra le persone LGBTQI grandi-adulte (50-64enni) e anziane (65 e +).
I suoi dati sono aggiornati all’inverno 2019.
2)
9 FOTOGRAMMI PER UN FILM
> E’ in una relazione di coppia
- E’ in coppia il 50,4% degli intervistati LGBTQI giovani (18-29enni), il 61,7% degli adulti (30-49enni), il 59,5% dei grandi-adulti (50-64enni), il 52,3% degli anziani (65enni e +)
- A tutte le età, gli intervistati eterosessuali sono più in coppia di quelli LGBTQI. Questo è pertanto una specificità LGBTQI
- Sia per gli eterosessuali che per gli LGBTQI, il trend attraverso le generazioni è prima in aumento e poi in calo. Le due sotto-popolazioni sono quindi simili tra di loro
- Non è vero che, tra gli LGBTQI anziani, le persone in coppia siano poche; al contrario, esse sono la maggioranza e, seppur di poco, la loro quota supera quella dei più giovani
> Vivere da soli
- Vive da solo il 10,2% degli intervistati LGBTQI giovani, il 33,7% degli adulti, il 46,2% dei grandi-adulti, il 59,1% degli anziani
- A tutte le età, gli intervistati eterosessuali vivono meno da soli di quelli LGBTQI. Questo è pertanto una specificità LGBTQI
- Sia per gli eterosessuali che per gli LGBTQI, il trend è sempre in aumento: con l’età è più diffusa questa condizione di vita. Le due sotto-popolazioni sono quindi simili tra di loro
- E’ vero che, tra le persone LGBTQI, quelle anziane vivono più spesso da sole. Quasi 6 anziani LGBTQI su 10 si trova in questa situazione di rischio di fragilità (vs. 37,3% degli anziani eterosessuali)
> Avere figli
- Ha figli l’1,0% degli intervistati LGBTQI giovani, il 5,3% degli adulti, il 14,4% dei grandi-adulti, l’11,2% degli anziani
- In tutte le generazioni (tranne quella dei più giovani), gli intervistati eterosessuali con figli sono molti di più. Questa differenza è molto evidente
- Sia per gli eterosessuali che per gli LGBTQI il trend è in aumento fino ai grandi-adulti, salvo poi scendere lievemente tra gli anziani. Al di là dei valori puntuali, che sono molto diversi tra di loro, eterosessuali e LGBTQI sono quindi simili tra di loro
- Pur rimanendo di minoranza, la genitorialità LGBTQI è maggiormente diffusa nelle fasce d’età più avanzate. Finora la nostra comunità ha interpretato la complessità e le potenzialità dei legami verticali di sangue quasi esclusivamente in un’unica direzione: come rivelare l’essere LGBTQI da parte dei figli nei confronti dei genitori. Adesso per i grandi-adulti e gli anziani, ma in prospettiva per tutti, si impone l’esigenza di sperimentare, finalmente, anche la direzione opposta: come condividere l’essere LGBTQI da parte dei genitori nei confronti dei figli
> Essere visibili come persone LGBTQI
- E’ stato calcolato un indice complessivo di visibilità, che sintetizza questa dimensione rispetto a 3 diversi target: famiglia di origine, amici, colleghi/compagni di lavoro/scuola. Questo indice va da 0 (totale invisibilità) a 100 (totale visibilità). Gli intervistati LGBTQI giovani si attestano su un punteggio di 70, gli adulti 77, i grandi-adulti 77, gli anziani 76
- La visibilità aumenta nel passaggio tra giovinezza ed età adulta e rimane stabile dai 30 anni in poi
- Non è vero che gli anziani LGBTQI siano invisibili a livello personale. La loro invisibilità è invece probabilmente confermata a livello sociale, per una serie di ragioni di altra natura: perché le loro reti sono di dimensioni più limitate e filtrate, perché vi sono poche opportunità e canali di comunicazione inter-generazionale, perché non vi è interesse reciproco ad interagire
> La soddisfazione per la propria vita
- E’ molto o abbastanza soddisfatto della propria vita il 66,7% degli intervistati LGBTQI giovani, il 78,7% degli adulti, il 75,9% dei grandi-adulti, il 72,2% degli anziani. La gratificazione è sempre piuttosto elevata
- A tutte le età, gli intervistati eterosessuali sono più soddisfatti quelli LGBTQI. Le differenze non sono però rilevanti, tranne che tra i più giovani. Questo è pertanto una specificità LGBTQI
- Sia per gli eterosessuali che per gli LGBTQI, il trend è prima in aumento e poi in discesa. Eterosessuali e LGBTQI sono quindi simili tra di loro
- Non è vero che, tra le persone LGBTQI, quelle anziane siano le meno soddisfatte. Al contrario, sono i più giovani ad esserlo
> Il giudizio sulla propria salute fisica e psicologica
- Oggi, che voto daresti (da 1 a 10) alla tua salute fisica e psicologica? Per quanto riguarda la salute fisica, gli intervistati LGBTQI giovani danno in media 7,5, gli adulti 7,4, i grandi-adulti 7,0, gli anziani 6,8. Per quanto riguarda la salute psicologica, rispettivamente: 6,1 | 7,1 | 7,1 | 7,5. Nessun voto medio è inferiore a 6
- Interessante è notare che sono sostanzialmente identici i giudizi espressi dagli intervistati eterosessuali e da quelli LGBTQI. Ciò vale per tutte le età, tranne una: quella giovanile, nella quale gli eterosessuali raccontano di essere significativamente più in salute, dal punto di vista psicologico, dei loro pari-età LGBTQI. Vi sono pertanto sia analogie sia specificità tra queste due sotto-popolazioni
- Sia per gli eterosessuali che per gli LGBTQI, il trend della salute fisica è in discesa, mentre quello della salute psicologica è in aumento. Per tutti, in altre parole, i giovani raccontano una salute fisica migliore di quella psicologica e gli anziani una salute psicologica migliore di quella fisica. Eterosessuali e LGBTQI sono quindi simili tra di loro
- Non è vero che, tra le persone LGBTQI, quelle anziane siano quelle più in difficoltà per quanto riguarda la salute generale. E’ infatti necessario distinguere tra salute fisica e salute psicologica (benessere). Esse hanno opposti trend rispetto all’età. Gli anziani LGBTQI raccontano di essere più vulnerabili per quanto riguarda gli aspetti biologici e fisiologici e, allo stesso tempo, più in salute per quanto riguarda l’umore, l’equilibrio, la felicità, l’auto-stima
> La depressione
- Negli ultimi 12 mesi, hai sofferto di ‘depressione’? Sì per il 48,0% degli intervistati LGBTQI giovani, il 29,5% degli adulti, il 32,7% dei grandi-adulti, il 30,0% degli anziani.
- A tutte le età, gli intervistati eterosessuali raccontano meno episodi recenti di costante malumore, con pensieri negativi e pessimisti. Le differenze sono piuttosto rilevanti, soprattutto tra i più giovani. Vi è quindi una specifica vulnerabilità LGBTQI
- Sia per gli eterosessuali che per gli LGBTQI, il trend è in discesa dopo la giovinezza; negli archi di età successivi, tra i primi il trend continua a scendere, mentre tra i secondo rimane stabile. Vi sono quindi sia similitudini che specificità
- Non è vero che, tra le persone LGBTQI, quelle anziane siano quelle più depresse. Il rischio più elevato è tra i giovani, invece
- Lo stesso andamento, sebbene con valori statistici più contenuti, emerge per quanto riguarda i tentativi recenti di suicidio: negli ultimi 12 mesi, hanno pensato di suicidarsi, tra gli intervistati LGBTQI, il 26,8% dei giovani, il 10,2% degli adulti, l’11,7% dei grandi-adulti e l’11,1% degli anziani
> La discriminazione
- Negli ultimi 12 mesi, ti è successo di essere trattato in modo diverso e peggiore rispetto agli altri, a causa di una tua caratteristica personale? Sì per il 37,1% degli intervistati LGBTQI giovani, il 23,0% degli adulti, il 14,9% dei grandi-adulti, il 10,0% degli anziani
- A tutte le età, la quota di eterosessuali che raccontano di essere stati discriminati è sostanzialmente sovrapponibile a quella degli LGBTQI. Le due sotto-popolazioni hanno quindi vissuti simili, seppure per motivi in parte diversi
- Sia per gli eterosessuali che per gli LGBTQI, il trend è nettamente in discesa. Di nuovo, quindi, prevale l’analogia
- Non è vero che, tra le persone LGBTQI, quelle anziane siano quelle che si sentono più discriminate. Al contrario, così come per la depressione ed il tentativo di suicidio, sono i giovani il gruppo più esposto
> La preoccupazione di invecchiare
- E’ preoccupato di invecchiare il 58,8% degli intervistati LGBTQI giovani, il 57,78% degli adulti, il 59,6% dei grandi-adulti, il 63,3% degli anziani – ovvero sempre la maggioranza assoluta
- A tutte le età, gli intervistati eterosessuali sono meno preoccupati di quelli LGBTQI. Le differenze sono rilevanti e tendono a crescere con l’età: mentre tra gli eterosessuali la preoccupazione tende a scendere con l’età, tra gli LGBTQI tende invece a crescere, Questa è chiaramente una specificità LGBTQI
- E’ vero che, tra le persone LGBTQI, quelle anziane sono le più preoccupate di invecchiare [ulteriormente]. La differenza con le altre fasce di età non è però molto grande
3)
CONCLUSIONI E PROSPETTIVE
Questi sono alcuni dei risultati dell’indagine “Gli anni che passano. Sondaggio sull’invecchiamento“.
Alcune evidenze erano attese; altre sono delle piccole grandi sorprese.
Nell’indagine anche altre variabili di background sono prese in considerazione, alla ricerca di eventuali differenze all’interno della variegata galassia LGBTQI: la specificità identità sessuale, la macro-area geografica di domicilio, la dimensione del Comune di domicilio, il titolo di studio, lo stato relazionale, la genitorialità, il livello di visibilità personale.
Anche se il quadro è certamente parziale e perfettibile, è in ogni caso evidente come l’invecchiamento e la terza e quarta età non siano necessariamente e per tutti un punto di debolezza.
In alcuni casi, gli anziani LGBTQI sono un gruppo bisognoso di aiuto – rendiamocene conto e assumiamoci le nostre responsabilità.
In altri casi però, e allo stesso tempo, gli anziani LGBTQI possono essere di aiuto per gli altri, e per i più giovani nello specifico – una risorsa che non valorizziamo ancora al meglio.
Accanto ai temi della vulnerabilità, affrontiamo finalmente anche quelli della resilienza e, più in generale, delle capacità.
Un pensiero riguardo “Gli anni che passano. I risultati di una ricerca sull’invecchiamento LGBTQI”